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"Montblanc Noland" è un articolo completo ed esauriente!

Montblanc Noland era un ammiraglio del regno di Lvneel. Nel corso delle sue esplorazioni ha visitato moltissime terre e dopo la sua morte è diventato il bugiardo per antonomasia in tutto il mare settentrionale.

Aspetto[]

Noland era un uomo dai capelli castani con una grande castagna sulla testa,[4] caratteristica tramandata anche ai suoi discendenti, e il naso a patata. Era muscoloso e sul lato sinistro del torace aveva una grande cicatrice a forma di croce. Indossava una giacca a collo alto nera chiusa da una cintura e pantaloni a righe orizzontali bianche e blu, oltre che un paio di scarpe nere. Sotto il cappotto aveva una sciarpa arancione molto lunga che portava come un foulard. Sul fianco sinistro aveva la sua katana avente l'elsa a forma di castagna e l'impugnatura bianca e arancione, tenuta in un fodero arancione con una banda verde su di essa.

Carattere[]

Noland era un uomo onesto, buono e coraggioso che si curava della gente, a differenza di come lo ricorda la storia. Era sempre felice, aveva una forte determinazione ed era cordiale. Non ha esitato un attimo a rischiare la vita per salvare Musse, prendendosi la responsabilità di scacciare la "maledizione" che affliggeva gli Shandia. È rimasto nel più profondo rimorso appena ha appreso che gli alberi che aveva abbattuto assieme al suo equipaggio per salvare il popolo erano considerati sacri, motivo per cui ordinò di abbandonare l'oro che avevano avuto il permesso di prendere in segno di scuse.

Inoltre possedeva intelligenza, intraprendenza e la natura di vedere attraverso il cuore delle cose, che lo spingeva a fare ciò che era giusto, libero dalle autorità e dalle credenze.

Relazioni[]

Famiglia[]

Noland aveva una moglie e dei figli.[5] Nonostante questo, l'amore per l'esplorazione lo spinse a lasciarli per lunghi periodi. Dopo la sua morte, la famiglia di Noland e i suoi discendenti sono stati perseguitati dalla sua storia.

Calgara[]

Calgara e Noland ridono

Calgara e Noland.

Noland sviluppò una profonda amicizia con Calgara, ma il loro rapporto fu segnato dall'incomprensione determinata dalle tradizioni troppo diverse dei due. All'inizio Calgara odiava Noland per ciò che aveva fatto, ma poi si guadagnò la sua fiducia per permettergli di curare la sua gente e i due divennero amici. Poco prima che ripartissero il rapporto fu nuovamente messo in crisi: Noland e il suo equipaggio avevano abbattuto gli alberi consacrati, ma fortunatamente grazie all'intervento di Musse l'incomprensione venne chiarita e la loro amicizia rinnovata.

Quando Noland stava per venire giustiziato, l'unica sua preoccupazione era rivolta verso la salute di Calgara e la sua gente.

Forza e abilità[]

Montblanc Noland era un navigatore eccezionale, tanto che riusciva sempre a fare ritorno alla sua terra natia. Sapeva pertanto usare il Log Pose.

Era anche un famoso esploratore e un valente botanico,[6] oltre ad avere il comando sul suo equipaggio, costituito da cento uomini.[7]

Capacità fisiche[]

Noland uccide un Re del mare

Noland procura del cibo per il suo equipaggio.

Noland ha dimostrato di essere molto forte in combattimento, sia a mani nude che con la spada. Infatti proprio con essa ha ucciso un mostro marino sott'acqua per nutrire il suo equipaggio e ha decapitato il gigantesco serpente Kashi. Tale impresa è da considerarsi particolarmente straordinaria, considerando come Zoro e Wiper insieme non siano riusciti nemmeno a ferire Nola, grossa quanto lo era Kashi.

Ha saputo inoltre combattere alla pari con Calgara, il guerriero più forte della storia degli Shandia.

Aveva un ottimo udito, infatti fu l'unico a sentire il suono della campana d'oro nella tempesta.[8] Era anche resistente dato che rimase per molte ore intrappolato sotto un enorme blocco di terra, non perdendo mai conoscenza, stupendo Calgara del fatto che fosse ancora vivo. Inoltre, nonostante il peso lo stesse schiacciando, era ancora in grado di muoversi, anche se non abbastanza per liberarsi.[9]

Era anche un subacqueo molto esperto dato che riusciva ad immergersi a profondità tali che il suo equipaggio si chiedeva se fosse ancora vivo.

Conoscenze di botanica[]

Noland botanico

Noland studia una pianta.

Era anche un valente botanico e conosceva il modo per estrarre il chinino dall'albero di china e come utilizzarlo per curare la febbre del legno. Anche i nani, famosi per sapere coltivare ogni pianta, hanno elogiato le abilità di Noland; gli hanno inoltre insegnato alcune cose, come coltivare i conachou.

Armi[]

Noland possedeva una katana, con cui era abilissimo. Infatti ha decapitato l'enorme serpente Kashi con un singolo colpo di spada e ha facilmente ucciso un mostro marino.

Storia[]

Passato[]

In un periodo imprecisato divenne un valente botanico,[6] inoltre si sposò ed ebbe dei figli.[5]

Noland statua

La statua di Noland fatta dai nani.

Esplorò tante terre sconosciute sempre alla ricerca di nuove piante, facendosi così un nome,[6] tanto da diventare ammiraglio. Entrò due volte nella Rotta Maggiore,[10] facendo viaggi di uno o due mesi.[11] Sbarcò anche a Green Bit, dove protesse i nani che abitavano lì dagli esseri umani che devastavano le loro case. In quell'occasione, essi gli insegnarono come cucinare le zucche[12] e in suo onore fu eretta una sua statua nel regno di Tontatta.

Dopo avere imparato come cucinare le zucche, Noland le fece conoscere in tutte le terre che visitò.[12]

Un suo amico esploratore una volta gli mostrò un pesce volante ancora vivo, il quale proveniva dall'isola nel cielo e per poco non fece un colpo.[13]

Assieme al resto dell'equipaggio abbatté gli alberi malati che potevano provocare contagi nelle isole che visitavano.[14]

Dopo essere tornato a Lvneel, trascorreva le giornate leggendo il giornale che giungeva per posta e salutando i bambini. Un giorno uno di loro gli chiese di raccontargli della terra dei piccoli uomini, cosa che lui fece seduto su alcuni tronchi e davanti ad un discreto pubblico.[15]

Quattrocentodue anni prima dell'inizio della narrazione, salpò nuovamente da Lvneel.[11]

Due anni dopo, raggiunse Vila, una ridente cittadina. Con il suo equipaggio incontrò poi una nave mercantile e lui vi salì a bordo, dove decise di comprare un waver, scoprendo che si trattava di un'imbarcazione monoposto in grado di autoalimentarsi con un vento artificiale. Lui non possedeva l'esperienza per guidarlo, ma esso diventò un passatempo per gli altri marinai. Scoprì inoltre che un meccanismo con una tale forza motrice si trovava solo sull'isola nel cielo, assieme a parecchi altri strani oggetti, cosa che lo incuriosì al punto che un giorno avrebbe voluto solcare la rotta per raggiungere il mare nel cielo in cui tale isola si trovava.[13]

Nello stesso anno, dopo avere superato tempeste, vortici, mulinelli e avere incontrato anche la neve, alcune vele della sua nave rimasero danneggiate. Un sottoposto lo informò che erano finite le razioni a bordo, cosa che lo stupì. Dato che nel frattempo anche il cuoco era crollato dalla fame, si tolse scarpe e parte dei vestiti, tuffandosi poi in mare brandendo la sua spada. Qui uccise un mostro marino, al quale avvolse attorno una cima. Tornato sulla nave, consegnò quest'ultima a un sottoposto dicendogli di riavvolgerla alla svelta e affermando che l'animale incontrato era proprio un bel furbone. L'equipaggio si stupì vedendo il mostro e lui disse loro che avrebbero fatto una bella frittura, oltre che se si fossero rammolliti troppo sarebbero diventanti una massa d'ottusi.

La nave entrò in una tempesta e quando un sottoposto gli disse che il tempo stava peggiorando sempre più, lui replicò che così pareva, continuando a scrivere il suo diario. Anche se l'albero sul ponte di coperta venne divelto, Noland non se ne preoccupò e affermò che dopo due anni di navigazione, quel viaggio, se paragonato a quelli di uno o due mesi fatti in precedenza, era un miracolo. A quel punto chiese a un marinaio se non sentisse nulla, con quest'ultimo che gli rispose se intendesse tuoni o fulmini, ma lui replicò che fosse un suono bellissimo, come quello di una campana.

Il 21 maggio 1122 dell'era Kaien arrivarono quindi su un'isola, cosa che portò un membro del suo equipaggio a dirgli che era il migliore, mentre un altro sottolineò che erano giunti dove lui aveva promesso loro che sarebbero sbarcati. Noland commentò di essere contento che erano riusciti a superare quel terribile uragano, stupendosi che nessuno avesse udito il suono di una campana, tanto che un suo sottoposto gli chiese se avesse problemi alle orecchie. Sottolineò che nella fitta boscaglia lì presente avrebbero trovato molto materiale utile, osservando poi alcuni uccelli volare sopra di loro. Un membro dell'equipaggio gli chiese allora se avesse sentito i loro versi, così Noland replicò che era spiritoso e rise, mentre un altro marinaio diede al primo dell'idiota in quanto l'ammiraglio non avrebbe potuto confondere il suono di una campana con uno starnazzio. A quel punto però la campana suonò di nuovo e lui fu felice di sapere che il luogo fosse abitato. Si addentrò nonostante un membro del suo equipaggio gli chiese di aspettare e notò qualcuno disteso a terra. Il ragazzo credendoli degli invasori, si rialzò e corse via, ma crollò a terra.

Honner capì subito che si trattava di febbre del legno all'ultimo stadio, così Noland affermò che ciò significava che quell'isola era devastata da un'epidemia. Domandò se restasse loro ancora del chinino, e avuto conferma che ne avevano ancora un po', disse a tutti di prenderne una dose e che poi sarebbero andati a dare un'occhiata.

Assunto il chinino, si addentrò nell'isola con l'equipaggio, raggiungendo un villaggio dove le coltivazioni erano completamente devastate e regnava la desolazione. Uno dei suoi uomini gli riferì che le case erano piene di moribondi così gridò al ragazzo trovato in precedenza se c'era ancora qualcuno in piedi, intimandogli di parlare e di spiegare cosa fosse successo.

Calgare e Noland incontro

Calgara attacca Noland.

Noland raggiunse poi il luogo dove stava avvenendo il sacrificio di una ragazza, tuffandosi in acqua e salendo sull'altare sacrificale poco prima che un enorme serpente stava per divorarla, decapitandolo. Liberò poi la giovane, che era stata legata, e disse che la farsa era finita. Rivolgendosi a quest'ultima, affermò di immaginare che fosse terrorizzata, ma ora era salva e che non c'era più bisogno che lei morisse. Quest'ultima lo abbracciò in lacrime. Noland sentì gli Shandia disperarsi e chiedere a gran voce un sacrificio, implorando l'aiuto di Calgara. Lui vide quest'ultimo salire di corsa le scale dell'altare e gli rivelò di essere un esploratore proveniente dal regno di Lvneel, nel mare settentrionale, ma lo Shandia gli replicò che non gli interessava chi fosse e che lo avrebbe fatto a pezzi. Noland si difese con la spada dalla lancia dell'avversario, al quale disse che dunque fosse quello il modo con cui trattavano quelli del resto del mondo, sottolineando che anche quella che sembrava un'inezia fosse necessaria per il progresso. Calgara gli domandò quale diritto avesse per parlare in quel modo, evidenziando che aveva commesso un crimine contro gli dei e per quello gli attendeva la morte, il tutto scambiandosi una serie di colpi.

Calgara lanciò poi un pugnale alla ragazza che lui aveva salvato dal serpente, dicendole di prenderlo ed uccidersi, rispettando il volere degli dei e assolvendo al suo destino senza lamentarsi. Vedendola piangere, l'avversario le urlò cosa stesse aspettando, dandole della piccola svergognata. La giovane allora si inginocchiò e, impugnato il pugnale, lo rivolse verso sé stessa, così Noland le gridò che non doveva farlo. Aggiunse che doveva lasciare l'arma che gli tolse dandole un colpo con la mano, facendola cadere. A quel punto Calgara ne approfittò per trafiggerlo alle spalle con la sua lancia.

Nel frattempo, gli altri Shandia avevano catturato il suo equipaggio, così l'avversario gli spiegò che le loro leggi centenarie imponevano loro di difendere l'isola dagli intrusi. Gli disse poi che non doveva sottovalutare i guerrieri di Shandora e che era colpevole dell'uccisione del dio, motivo per cui non sarebbe bastata la sua morte per ripagarli di quanto fatto, per questo cento dei suoi uomini lo avrebbero seguito nell'espiazione del peccato. Noland replicò che parlava di sacrifici e sangue, chiedendogli se servisse quello a placare l'ira dei loro dei, per poi gridargli che era quell'orribile cerimonia il vero insulto per loro. Spiegò che non poteva accettare simili barbarie che infangano gli sforzi compiuti dai grandi scienziati del passato, oltre ad essere un grave insulto verso tutti quegli esploratori e studiosi che viaggiarono per mare al fine di migliorare le conoscenze dell'intera umanità. Proseguì affermando che i loro dei li biasimerebbero se sapessero la loro considerazione per la vita umana, chiedendo un po' di tempo per purgare il loro villaggio dagli spiriti maligni che vi dimoravano; qualora non vi fosse riuscito, allora avrebbero potuto fare a modo loro.

Calgara replicò che erano tutte sciocchezze e ciò che lo attendeva era solo la morte in quel momento, aggiungendo che stava solamente cercando di scappare. Noland affermò che se fosse riuscito a curare il villaggio e non sarebbe fuggito, allora avrebbero dovuto giurargli che simili barbarie non sarebbero più accadute. A quel punto il capo tribù acconsentì, dandogli tempo fino al tramonto del giorno successivo, cosa che lui accettò.

Si mise quindi alla ricerca di un albero di china, che individuò verso sera, sostenendo che in una foresta simile sarebbe stato strano non trovarne nemmeno uno.

Il mattino seguente, un violento terremoto scosse l'isola e Noland rimase schiacciato da un grande blocco di terra. Quando Calgara lo trovò, rise, sostenendo che era la fine che si meritava, dandogli del miserabile e che a quanto vedeva ci avevano pensato prima gli dei a fargliela pagare. Noland replicò che se era così, allora questi ultimi non erano così potenti dato che non riuscivano nemmeno ad uccidere un semplice uomo. Calgara commentò che fosse davvero ostinato, così lui gli chiese cosa ci facesse lì. Lo Shandia replicò che era giunto per ucciderlo poiché finché vivo, il villaggio sarebbe sempre strato in pericolo in quanto assassino del dio Kashi; gli domandò poi sei il terremoto non gli avesse insegnato nulla. Noland gli chiese se Kashi fosse il serpentone e di immaginare che non era molto appetitoso. Calgara gli replicò di tacere in quanto blasfemo, ma lui sostenne che il male che li stava opprimendo sarebbe sparito e che non voleva vedere il suo brutto muso in quanto doveva arrivare al villaggio al più presto. Calgara rispose che lo avrebbe portato lui, ma prima voleva che provasse a contorcersi ancora un po'.

Noland cercò di liberarsi, ma senza successo, così Calgara rise e sottolineò che ancora un po' e sarebbe stato ingoiato dalla terra, sostenendo che era senz'altro opera del dio e che fosse sorprendente il fatto che era ancora vivo. Noland pensò di essere certo che la febbre del legno potesse essere curata, ma doveva tornare al villaggio. Le ombre della sera stavano arrivando e Calgara glielo fece notare, ricordandogli che quando il sole sarebbe tramontato ad ovest, le vite dei cento uomini del suo equipaggio sarebbero state sacrificate agli dei. Aggiunse che lui aveva turbato la loro cerimonia e che quindi gli Shandia erano incorsi nella loro collera, oltre al fatto che la figura che stava facendo era la prova che non c'era speranza contro il potere degli dei.

Calgara uccide serpente

Calgara salva uccidendo il serpente.

In seguito, Noland si sforzò al punto da riuscire a spostare leggermente l'enorme blocco di terra che lo sovrastava, cosa che gli fece sputare sangue. Giunta la sera, Calgara glielo fece notare, sostenendo che tra poco sarebbe incominciato il sacrificio, dandogli del patetico in quanto si era opposto al dio, che ora però era ridotto in quel modo e ormai non aveva nessuna speranza, ma ammettendo che aveva resistito bene. Noland allora gli domandò di cosa avessero paura, sottolineando che erano impauriti da qualcosa che non esisteva al punto da sacrificargli senza scrupolo delle vite umane. Calgara obbiettò la cosa, ma l'ammiraglio sottolineò che sacrificavano della povera gente affinché altri potessero vivere meglio, trattandoli come irragionevoli capri espiatori. Lo Shandia allora si irritò e lo colpì con un calcio al volto dandogli dello stupido e dicendogli che non doveva osare parlare di ciò che non conosceva. Gli diede inoltre degli schiaffi urlandogli che era così che il loro popolo viveva da centinaia di anni. Noland obbiettò che ciò non significava affatto che fosse giusto, ma Calgara gli urlò di chiudere il becco, apostrofandolo come un maledetto invasore. Lui allora disse che non importava quanto fossero grandi i loro dei, ma che la vita umana era molto più preziosa. Proseguì chiedendosi in fondo come Calgara potesse comprenderlo dato che lasciava trucidare una povera ragazza senza battere ciglio, sostenendo che era un essere abominevole in quanto ciò che voleva che lei facesse era una cosa inumana. Dopo averlo ascoltato in silenzio, lo Shandia si voltò e affermò che forse lui credeva che a loro piacesse sacrificare la loro gente, urlandogli che la ragazza che aveva salvato il giorno precedente era sua figlia. Noland rimase in un primo momento senza parole, ma poi chiese al guerriero come avesse potuto incitarla ad uccidersi. Quest'ultimo spiegò che era il volere che il pantri aveva comunicato loro dopo avere parlato con gli dei, ma lui non poteva capire, sostenendo che ciò che diceva era ciò che voleva il dio. Gridò poi che il precetto era di obbedire alle sue parole anche se era in gioco la vita di sua figlia, oltre che se non l'avesse fatto sarebbe stato punito anche lui senza alcuna pietà. A quel punto Noland sentì i versi di due animali e vedendo sbucare un grande serpente con un ghepardo parzialmente in bocca, temette per la sua vita. Calgara gli disse che forse stava pensando che la sfortuna lo perseguitava, ma quello era quanto gli aveva riservato il dio. Subito lo Shandia credette che si trattasse di Kashi, ma notando che era più piccolo, si chiese se fosse suo figlio; disse poi a Noland che il sangue del sangue di Kashi era giunto per giudicarlo, dandogli nuovamente del blasfemo. Lui pensò che ciò non c'entrasse nulla e chiese al guerriero se quello fosse un giudizio anziché una morte incidentale, oltre a domandargli se fosse una punizione la causa delle disgrazie del villaggio o una semplice, schifosa e curabile epidemia. Urlò quindi che sessant'anni prima nella sua terra scoppiò una tremenda epidemia che colpì parecchi villaggi, la febbre del legno, che uccise centinaia di migliaia di persone, il novanta per cento di chi era stato infettato; tuttavia, ai loro giorni solo il tre per cento subiva una morte simile e ciò grazie ai botanici del mare meridionale che dopo tante spedizioni e ricerche scoprirono il rimedio adatto. Aggiunse che serviva il chinino ricavato dalla corteccia dell'albero di china, che in quel momento teneva stretta nella sua mano destra, che Calgara doveva prendere e portare al villaggio per farne della polvere in modo da salvare la sua gente. Infine, mentre il grande serpente gli si avvicinò per mangiarlo, rivelò allo Shandia che tanti valenti studiosi avevano passato la loro vita e avevano profuso i loro sforzi nella ricerca di quel farmaco, il tutto incuranti delle loro stesse vite e sacrificando quelle delle persone che li accompagnarono, ma gridò che con quell'atteggiamento il guerriero stava gettando al vento tutti i loro sforzi compiuti in nome del progresso. Era quello il motivo per cui considerava i loro rituali dei veri e propri insulti alla loro memoria, sottolineando che il vero male era costituito dai loro antichi precetti, per poi domandargli se avessero così tanta paura degli dei. Vide quindi Calgara uccidere il grande serpente con la sua lancia, cosa che lo lasciò senza parole. Il guerriero gli domandò poi cos'avesse appena ucciso, così lui rispose che era solo una biscia. Lo Shandia allora sottolineò di avere infranto i precetti uccidendo un dio che lui chiamava biscia, oltre a chiamare epidemia curabile la punizione che colpiva villaggi e guerrieri: in lacrime gli chiese così se fosse veramente in grado di salvare il suo villaggio e il suo popolo. Noland glielo confermò con certezza.

Calgara lo liberò dal blocco di terra e tornò con lui al villaggio, dove la cerimonia sacrificale fu interrotta. Gli Shandia furono così curati e anche Noland venne medicato dalle ferite riportate. Calgara si prese cura di lui[16] e divennero amici.

Dieci giorni dopo,[16] una volta guarito, Calgara disse all'equipaggio di seguire lui e un gruppo di Shandia in quanto volevano mostrare loro qualcosa. Si addentrarono nella foresta e si imbatterono in un serpente. Noland si avvicinò all'animale e richiamò l'attenzione del guerriero Shandia, il quale ammise di essere sorpreso dal fatto che il grosso mostro che aveva ucciso avesse un cucciolo. I due si guardarono tra loro e scoppiarono a ridere.

Poco dopo Noland chiese a Calgara cosa volesse mostrare loro, il quale gli rispose che lo avrebbero visto con i loro occhi, dicendo di fare attenzione in quanto c'era un dirupo e sarebbero scesi attraversando una scalinata sottoterra. Tornati all'esterno, Noland sentì una campana, così chiese al guerriero da dove arrivasse quel bellissimo suono. Raggiunsero poi una città d'oro, cosa che lasciò l'esploratore a bocca aperta. Calgara rivelò loro che quella era Shandora, una città completamente d'oro, e spiegò che gli Shandia attuali erano i discendenti di coloro che la abitavano. Noland cercò di fermare i suoi uomini e di farli tornare quando corsero verso i tesori che c'erano ovunque, ma Calgara gli disse di lasciarli andare e che potevano prendere tutto ciò che volevano, eccetto la campana. L'esploratore gli chiese se stesse parlando sul serio, così il guerriero spiegò che il villaggio era d'accordo e che erano in debito quindi quello era il minimo che potevano fare per averli salvati da morte certa. Noland gli chiese se fosse quella la città che avevano protetto per secoli e Calgara confermò, spiegando tuttavia che ciò non significava che dovessero proteggerne anche il tesoro e che a loro interessava preservare la grande pietra. Noland gli domandò cosa fossero tutti quei i simboli impressi su di essa, così Calgara gli rivelò che si chiamavano Poignee Griffe, ma nessuno di loro li sapeva leggere e che gli abitanti della città furono decimati per difendere quella grande pietra. Aggiunse quindi che avevano il dovere di proteggere il loro strenuo attaccamento ad essa e preservare ciò che gli antenati avevano difeso con la vita era loro compito, spiegando che rispettavano gli antenati come facevano con i loro dei. Noland ammise che non pensava esistesse una campana d'oro di quelle dimensioni, così Calgara gli confessò che avevano un detto secondo cui le anime dei loro antenati che erano salite in cielo, possono sempre ritornare sulla terra seguendo il suono diffuso dalla campana, così essa continuava a suonare come se volesse parlare e dire loro che erano lì. Proseguì affermando che quel suono fosse il simbolo dell'antico splendore di Shandora, che avrebbe dovuto propagarsi fino agli angoli più remoti del mare poiché loro non l'avrebbero mai nascosta o ridotta in silenzio. Gli rivelò quindi che loro la chiamavano "luce di Shandora", un termine che rappresentava bene il loro orgoglio. Noland allora replicò che non c'era da stupirsi se il suo suono era così profondo e cristallino. Calgara allora gli chiese conferma che lo pensasse anche lui, cosa che gli diede, rivelandogli che erano in mezzo ad una tempesta, ma era come se un suono li avesse raggiunti penetrando i violenti muggiti dell'uragano, sottolineando che allora aveva veramente sentito la campana.

Nola giovane

Il serpente raggiunge Noland e Calgara a Shandora.

Il serpente incontrato prima li raggiunse così Noland disse all'animale che scommetteva sul fatto che il suono le piacesse e che avrebbe continuato a piacerle anche quando sarebbe diventata un grosso serpente, con Calgara che sottolineò divertito che forse ci sarebbe voluto qualche centinaio di anni.

All'improvviso due suoi sottoposti li raggiunsero ricoperti di preziosi: Noland domandò loro come si fossero conciati, i quali mostrarono un Eternal Pose, che Calgara ipotizzò appartenesse a degli invasori, e una mappa. Da quest'ultima si vedeva che l'isola era a forma di teschio e nell'occhio destro si trovava Shandora.

Si accampò poi con l'equipaggio sulla spiaggia nei pressi della nave.

Noland poi ispezionò alcune strane piante che voleva piantare nella serra della nave, provando invece a fare germogliare qualche loro semenza in quella terra. In seguito, fece conoscere agli Shandia le zucche.[12]

Addentratosi nuovamente nella foresta, mise in guardia i suoi sottoposti quando un animale feroce stava per attaccarli.

Giorni dopo cadde in un corso d'acqua nel tentativo di attraversarlo, venendo deriso da Calgara.

Una sera, Noland e il suo equipaggio fecero dei festeggiamenti attorno ad un falò con gli Shandia, cosa che lo divertì molto. In questa occasione una ragazza Shandia provò a farlo alzare affinché ballasse.

Un altro giorno, fece una sfida a catturare dei mostri marini con Calgara, cosa in cui riuscirono entrambi. I due risero e bevvero più volte insieme al tramonto, inoltre un giorno lo Shandia lo invitò a suonare la campana, mentre un altro trovò una particolare pianta che osservò nei dettagli mentre si trovava con il guerriero. Spesso erano in compagnia anche del serpente che avevano incontrato.

Calgara lo accolse nella sua casa, dove Herb servì loro da bere. Lo Shandia gli propose di restare con loro e sposare Musse, ma lui rise e spiegò di avere già una moglie e dei figli della stessa età della ragazza, dai quali doveva fare ritorno.[17]

Con il suo equipaggio abbatté poi degli alberi che erano stati contagiati dalla febbre del legno.

Passato un mese dal loro arrivo, Noland raggiunse il villaggio degli Shandia con i suoi sottoposti e dopo avere dato loro il buongiorno chiese di Calgara siccome non lo vedeva. Dato che nessuno rispose e vedendoli corrucciati, domandò loro cosa fossero quelle facce e perché tutti facevano finta di ignorarlo. Set rispose che il motivo era per il fatto che erano estranei al loro mondo e gli riferì che Calgara aveva detto che non voleva più incontrarlo. Il ragazzo gli chiese poi quando avevano intenzione di andarsene, cosa che lo lasciò a bocca aperta. Un suo sottoposto notò che era come se tutto a un tratto avessero deciso di odiarli mentre un altro ipotizzò che forse erano rimasti troppo e gli Shandia si fossero stancati. Un altro allora gridò che era assurdo dato che fino al giorno precedente era felici di stare in loro compagnia, così Noland disse loro di calmarsi e si voltò, dicendo che avrebbero continuato il loro lavoro in quanto c'erano altri posti da controllare nella foresta.

Giunta la sera, si distese su una roccia della spiaggia. Honner lo raggiunse e Noland gli disse che mancavano solamente due giorni per finire l'esplorazione, cosa che gli venne confermata. Lui allora gli chiese di informare tutti che tra tre giorni sarebbero salpati, andando lontano da lì, sottolineando che bisognava farlo prima che qualche marinaio si abituasse troppo alla terraferma. Honner gli confessò che se fosse per lui sarebbe andato via subito, ma Noland gli ricordò che avevano un compito e lo invitò ad andare a dormire.

Dopo avere ripensato a quando Calgara gli propose di sposare sua figlia e alle parole di Set secondo cui il guerriero non voleva più incontrarlo, raggiunse in piena notte Shandora e gridò allo Shandia che sapeva si stesse nascondendo lì e che doveva venire fuori. Gli chiese quindi se non gli sembrava di esagerare e di volere sapere perché non lo volesse più incontrare. Spiegò che tra poco avrebbero dovuto lasciarsi e non voleva congedarsi da lui in quel modo, ma Calgara gli lanciò contro la sua lancia, ferendolo di striscio alla guancia. Lo Shandia gli disse di sparire dalla sua vista altrimenti sarebbe stato costretto ad ammazzarlo.

Noland così se ne andò e il giorno successivo riprese con il suo equipaggio ad esplorare l'isola. Giunta la sera, si mise nuovamente in disparte osservando il cielo, corrucciato a causa di quanto accaduto.

Il giorno seguente, salì a bordo della nave con il suo equipaggio per prepararsi alla partenza. Honner gli rivelò che Musse gli aveva riferito durante la notte che il motivo dell'astio degli Shandia era legato all'abbattimento degli alberi da loro compiuto poiché in essi risiedevano le anime dei loro antenati, che uscivano al suono della campana per poi farvi ritorno. Noland ammise di avere compreso, che non avevano scuse e che la collega degli abitanti era comprensibile, ripensando alle parole di Calgara sul fatto che rispettavano gli antenati come i loro dei. Il dottore cercò di fargli pensare alle conseguenze se non lo avessero fatto, ma lui lo interruppe dicendo che non c'erano scusanti ed era stato imperdonabile. Sottolineò che la campana non era solo il simbolo dell'orgoglio degli Shandia, ma serviva anche per guidare le anime che risiedevano in quegli alberi, i quali non esistevano più. Concluse che non sarebbero mai stati perdonati e gridò a tutto l'equipaggio di ascoltarlo: dovevano restituire tutto l'oro, cosa che lasciò tutti a bocca aperta.

Dopo avere fatto riportare sulla spiaggia quanto trovato a Shandora, tolsero l'ancora e Noland disse agli uomini di andare alle vele per fare rotta prima verso Marijoa, poi nel mare settentrionale e infine avrebbero fatto ritorno a casa, Lvneel. L'equipaggio così esultò. Appena spiegate le vele, però, sentì la campana d'oro suonare, cosa che lo stupì.

Un membro del suo equipaggio gli indicò poi di guardare in un punto della riva dove vide Calgara il quale gridò il suo nome, che un giorno si sarebbero rivisti e che sarebbe stato lì ad aspettarlo, oltre che avrebbero continuato a suonare la campana per lui. Noland ripensò quindi a quando il guerriero gli disse che il suono di quest'ultima era un modo per indicare ai loro antenati che loro erano sempre lì. Calgara gli gridò poi in lacrime che in quel modo la sua nave avrebbe sempre saputo dove trovarli, anche con tempeste ed uragani, e che avrebbero suonato la campana in attesa del suo ritorno. Concluse affermando che si sarebbero incontrati ancora, come dei veri amici, e lo salutò. Noland, commosso, si inginocchiò e si domandò se sarebbero mai tornati indietro. Giurò poi all'amico che lo avrebbero fatto e che si sarebbero rivisti ancora.[18]

Una volta tornato a Lvneel, si recò dal re per fargli il resoconto del viaggio. Noland rivelò di avere visto le rovine di una bellissima città misteriosa chiamata Shandora, chiedendogli di credergli quando gli disse che era tutta d'oro.[15]

Cinque anni dopo, il re lo convocò per informarlo che Marijoa aveva concesso loro il permesso di entrare nella Rotta Maggiore e che lui avrebbe condotto la spedizione, cosa che apprese con piacere. Aruyutayan V gli spiegò che avrebbe lasciato a terra il suo abituale equipaggio e al loro posto avrebbe imbarcato lui stesso e il suo esercito. Aggiunse che avrebbero usato la sua caravella, sperando che fosse tutto chiaro. Noland lo avvisò solo che sarebbe stato un viaggio lungo e pericoloso.[15]

Partirono quindi con almeno tre caravelle e durante la navigazione si imbatterono in un mostro marino e in seguito delle raffiche di vento fecero a brandelli le vele della nave su cui lui si trovava. Successivamente evitarono anche un iceberg e una caravella venne persa di vista. Affrontarono poi delle grandi onde, così il re chiese a Noland di fare qualcosa e gli domandò preoccupato quanto mancasse ancora per giungere a destinazione. Lui pensò che non avrebbe mai pensato che quei soldati fossero così inetti e ansiosi.[15]

Il 16 novembre 1127 dell'era Kaien solo la nave su cui si trovava sbarcò a Jaya. Il re gli chiese se fosse veramente quella l'isola e Noland rispose di esserne più che sicuro. Addentratosi, rimase sbalordito e si inginocchiò vedendo che l'isola non proseguiva oltre un certo punto, chiedendosi perché terminasse lì. Aruyutayan V allora lo colpì facendogli sputare sangue e dandogli della canaglia, oltre a domandargli come avesse fatto a mentire così spudoratamente al suo sovrano e dove fosse tutto l'oro che gli aveva promesso. Mentre era a terra, sanguinante alla testa, si domandò dove fosse finito il villaggio, cos'era successo all'isola e dove fosse Calgara, supplicandolo di fargli sentire nuovamente il suono della campana qualora fosse ancora vivo; si chiese poi dove fosse finita la luce di Shandora.[15]

Noland giustiziato

Noland in punto di morte.

Venne riportato quindi a bordo della nave, che tornò a Lvneel, dove sei mesi dopo venne fissata la sua esecuzione. Portato sul patibolo con le mani legate, affermò che sei anni prima, su un'isola della Rotta Maggiore chiamata Jaya, aveva visto una maestosa città tutta d'oro, dichiarando di essere sicuro della sua esistenza. Un uomo venne quindi chiamato a testimoniare la veridicità di tali affermazioni, ma disse che erano tutte frottole. A quel punto Noland vide i membri del suo equipaggio giungere nella piazza affermando che il testimone non aveva viaggiato con loro e cercarono di avanzare verso il patibolo. Aruyutayan V ordinò quindi di allontanarli: ad essi furono così puntate contro delle lance. Noland fu quindi condannato alla pena capitale per decapitazione per i reati di falsità e menzogna nei confronti del re. Mentre la folla gli dava del bugiardo, lui pensò a Calgara e si domandò se fosse ancora vivo da qualche parte, ammettendo di essere molto preoccupato per gli Shandia. Fu poi decapitato.[15]

Nave[]

Lente Per maggiori informazioni, vedere North Heim

Navigava a bordo della North Heim.

Differenze tra manga e anime[]

Passato[]

Nell'anime non vengono fatti sentire i dialoghi in cui Noland racconta ai bambini di Lvneel le sue avventure. Inoltre non vengono mostrate né menzionate le difficoltà che incontrò Noland durante il viaggio per tornare a Jaya.

Curiosità[]

  • Montblanc può riferirsi, oltre alla vetta più alta delle Alpi, ad un dolce francese fatto con le castagne, il frutto che la sua famiglia ha sulla testa.[4]
  • Noland è il nome di un regno nella serie di Oz.
  • Il fatto che Noland abbia salvato gli Shandia dalla febbre del legno è l'inverso di quanto successo ai nativi americani. Quando gli europei giunsero nel nuovo mondo portarono con loro virus e batteri innocui per loro, ma che furono fatali agli indigeni perché essi non possedevano gli anticorpi necessari a difendersi.
  • La storia di Noland è simile a quella di Francisco de Orellana, un esploratore spagnolo che affermò di avere trovato la città di El Dorado nell'America meridionale. Le spedizioni successive non confermarono questa storia. La sua storia è simile anche a quella di Louis de Rougemont, un avventuriero inglese che diventò famoso per avere raccontato un'avventura improbabile e che perse tutto quando fu accusato di essere un bugiardo. Inoltre la traduzione di Rougemont è "monte rosso" mentre la traduzione di Montblanc è "monte bianco".
  • Al momento della sua prima introduzione, Nami e Rufy hanno guardato Usop dopo avere saputo che Noland era un famoso bugiardo.
  • La scena in cui Noland sta per essere giustiziato ricorda quella analoga di Gol D. Roger.

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 One Piece Vivre Card.
  2. One Piece Blue Deep: Characters World.
  3. Vol. 31capitolo 292 ed episodio 189, Noland muore sei anni dopo avere visto Jaya.
  4. 4,0 4,1 SBS del volume 35, Oda ha rivelato che Noland ha una vera castagna sulla testa.
  5. 5,0 5,1 Vol. 31capitolo 291 ed episodio 188.
  6. 6,0 6,1 6,2 Vol. 31capitolo 288 ed episodio 187, il suo equipaggio lo riferisce a Musse.
  7. Vol. 31capitolo 288 ed episodio 187, Calgara gli dice che sarebbe morto assieme a cento uomini del suo equipaggio.
  8. Vol. 31capitolo 287 ed episodio 187.
  9. Vol. 31capitolo 289 ed episodio 188.
  10. Vol. 31capitolo 286 ed episodio 187, un sottoposto afferma che Noland era tornato due volte da quelle acque.
  11. 11,0 11,1 Vol. 31capitolo 287 ed episodio 187, Noland scrive il suo diario.
  12. 12,0 12,1 12,2 SBS del volume 83.
  13. 13,0 13,1 Vol. 25capitolo 228 ed episodio 148, Noland lo rivela nel suo diario.
  14. Vol. 31capitolo 291 ed episodio 189, Honner lo rivela a Musse.
  15. 15,0 15,1 15,2 15,3 15,4 15,5 Vol. 31capitolo 292 ed episodio 189.
  16. 16,0 16,1 Vol. 31capitolo 290 ed episodio 188, un membro dell'equipaggio lo rivela.
  17. Vol. 31capitolo 290 ed episodio 188, Noland ripensa ad alcuni momenti.
  18. Vol. 31capitolo 291 ed episodio 189.

Navigazione[]

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